mercoledì 12 ottobre 2011

Fumosi Segreti - Parte Terza

I due fanciulli avevano quasi raggiunto Amande, erano quasi a casa. Eppure non si sentivano affatto felici. “Ma Laura, secondo te abbiamo fallito? La nebbia ha vinto?” domandava Filostrato. “Non lo so, o meglio non voglio pensarci. Odio le sconfitte.” Così i ragazzini proseguivano: facendosi domande in continuazione, sperando di trovare un qualche conforto o consolazione nelle parole dell’altro. Ma in realtà rimaneva il fatto oggettivo: la nebbia c’era ancora, e la “fine della nebbia” non si vedeva ancora. Certo si era un poco dispersa durante la chiacchierata sul sasso, un altro poco dopo la riappacificazione a Prà Solio, ed un pizzico durante il tragitto che portava a casa, ma comunque se ne stava sempre sopra le loro teste, immobile.

“Sai che ti dico Laura? Non me ne importa più della nebbia. Non possiamo essere tristi solo perché lei è dispettosa, insomma secondo me se la ignoriamo per un po’ vedrai che si stuferà e se ne andrà da sola! Hai visto quando non eravamo concentrati su di lei quanto eravamo felici? Sul sasso? A Prà Solio? Ed in più lei si era un pelo diradata, perché non sopportava di non essere più al centro dei nostri pensieri. Con quel nostro comportamento avevamo ricevuto due regali : un sacchettino di felicità, ed un’ aspirata di nebbia. Meglio di così!”

“Che bello, hai ragione Fili! Già mi sento meglio. Allora corriamo dritti a casa mia; Adele sarà già alle prese con la merenda! Corriamo, corriamo che ho una fame da lupi!”

Corri corri, in men che non si dica arrivarono a destinazione. Suonarono il campanello e subito vennero accolti dalle braccia di Adele che li informò immediatamente che la tavola era imbandita con le più prelibate leccornie.
Adele non fece alcuna domanda a proposito dell’assenza dei due, e Laura e Filostrato gliene furono molto grati. Non avevano più intenzione di pensare alla nebbia, volevano solamente godersi quel delizioso e dolcissimo momento in santa pace. Giocavano all’ “Inventastorie” davanti al caminetto scoppiettate. Ognuno dei due dava il proprio contributo alla storia: quando mancava la fantasia a uno, l’altro veniva in soccorso immediatamente, e prendendo le redini del racconto diventava ora lui il “Narrator Comandante”, mentre l’altro occupava il posto vacante da “Aiuto Narrator Comandante”. Così andarono avanti per ore alternando di volta in volta i ruoli. La cosa strana fu che la storia finì. Non erano mai stati in grado di finire una storia in passato: si trovavano sempre in contrasto proprio sul più bello e quindi l’unica cosa possibile da fare era interrompere la narrazione o continuarla all’infinito, finchè il sonno non li coglieva alle spalle.

Ma questa volta non fu così! La storia finì! Laura e Filostrato non stavano in piedi dalla felicità e vollero andare in piazzetta a saltare insieme. Avevano troppe cose da festeggiare e la casa sembrava troppo piccola per contenerle tutte.

Quando arrivarono finalmente in piazzetta urlarono al mondo la loro felicità: saltavano ,ridevano, ballavano. Sembravano ammattiti. Il Panettiere che passò di lì, non avendo una vista da gufo, li pensò essere due ubriachi. La Sarta li ammonì perché diceva, avrebbero rovinato tutti i loro abiti. Addirittura il Contadino, che stava rincasando dopo un’estenuante giornata passata ad arare, ebbe da ridire “Così vi sporcate di terra!”, proprio così disse.


Ma Laura e Filostrato non stavano a sentire. Continuarono a giocare finchè non caddero estenuati a pancia all’aria. E qui si accorsero finalmente che la nebbia non c’era più! Avevano finalmente raggiunto la fine della nebbia!

“Santissimi numi, ma allora abbiamo vinto Laura!”

Ed infatti avevano vinto.

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