mercoledì 28 settembre 2011

Fumosi Segreti - Parte Seconda

Laura e Filostrato parlarono per ore seduti su quel sasso, sempre in compagnia della nebbia. Ad un certo punto decisero di proseguire. Saltarono giù dal grande sasso, ed iniziarono a camminare sul sentiero che portava verso “Prà Solìo” . Il sentiero era completamente ricoperto da foglie secche dai caldi colori: gialle, arancio, rosse, viola; sicchè talvolta era estremamente difficile riconoscere il cammino. Fortunatamente Laura lo aveva percorso molte volte, per cui non le era troppo complicato orientarsi, grazie a segnali naturali: “Certo, qui c’è la Quercia Madre, quindi dobbiamo proseguire da questa parte!”
Acquolina a Marais I


Filostrato si lasciava condurre passivamente, ogni tanto si limitava a chiedere “Quanto manca?”, ma veniva astutamente ignorato da Laura. Nemmeno lei sapeva quanto ci sarebbe ancora voluto per la meta finale, insomma certo erano vicini a Prà Solio, ma la “fine” della nebbia non si vedeva ancora!
Dopo un altro po’ di cammino,  gli alberi iniziarono a diradarsi, ora se si alzavano gli occhi al cielo non c’erano più quelle chiome verdi un po’ appannate, ma una distesa di latte. Bianco ovunque.
In men che non si dica i due amici si ritrovarono proprio a quel che veniva chiamato “Prà Solìo”, famoso per essere sempre soleggiato, era  ora irriconoscibile in quella veste lattiginosa.

Filostrato si mise a piangere “Basta! Non ho più voglia di camminare ancora Laura! E’ tutto il giorno che siamo a zonzo per la campagna, io non ce la faccio più, voglio tornare a casa! Tu hai sbagliato tutto, te l’avevo detto che non era le strada giusta, e tu invece come sempre non mi ascolti e fai di testa tua. Ti senti la mia capetta solo perché sei più grande? Mi tratti come se fossi il tuo cagnolino, e allora ciao! Io non ti seguo più!”

“ Che dici Fili? Non mi sento affatto la tua capa, è solo che mi sembra che debba in una qualche maniera proteggerti, non so perché. E’ sempre stato così no? Comunque sono contenta che tu mi abbia detto queste cose. Vuol dire che stai crescendo, che non ti serve più una persona che ti guidi, puoi farcela da solo. Sai un tempo non era affatto così, a dir la verità fino a ieri, o addirittura fino a stamattina. Il mio scopo di oggi invece era proprio questo, farti sbottare, mi dicevo che volevo vederti arrabbiato, volevo vedere una ribellione da parte tua. Così non ti ascoltavo, non seguivo i tuoi consigli, non ti chiedevo nulla, e ti facevo solo camminare.”

“Sei perfida Laura, lo sai che io non sono capace di arrabbiarmi, lo sai che mi tengo tutto dentro a marcire, lo sai quanto ci soffro.”

“Certo che lo so! Proprio per questo dovevo trovare il modo di far uscire la cacca che trattieni dentro, adesso che hai scaricato non ti senti meglio?”

“Se non fosse per questa puzza..”

Entrambi risero, “Grazie Laura, non sai quanto mi fai soffrire a volte, eppure riesco a sopportare tutto perché so quanto quel dolore sia ripagato dopo. Ora però torniamo?"

“E tu non sai quanto mi fai girare le scatole quando non reagisci, mi costringi sempre a ricorrere all’artiglieria pesante! E poi… Non ringraziare me! Solo te, solo te, solo te. Scusa la banalità, ma a volte servono anche quelle, se sono così banali e naturali vuol dire che ci sarà un minimo fondo di verità.  Comunque hai ragione, forse è meglio se torniamo… Non vorrei mai che Adele si preoccupasse e lo andasse a dire alla mamma. Se vuoi quando torniamo puoi venire a casa mia a prendere un tè…”

“Solo  se ci sono anche i biscotti al cioccolato, le tartine alla frutta secca, la torta che fa Adele, quella con i pinoli e la crema, e tante tante tante mandorle tostate, ah e anche il caminetto acceso, e anche le pantofoline calde. Ma soprattutto tu mi devi preparare la mia mela caramellata.Se mi viene in mente qualcos’altro te lo faccio sapere, abbiamo tutto il tragitto di ritorno per pensarci.”

“Agli ordini Capetto!”



Acquolina a Marais II

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